Un anno fa hanno preso avvio le attività di AleottiLab (www.aleottilab.it), una struttura da me creata e dedicata ad un geniale ed eclettico antenato ( Giovan Battista Aleotti – Wikipedia https://it.m.wikipedia.org/wiki/Giovan_Battista_Aleotti).

Il primo anno ha visto un significativo impegno sia su una lettura innovativa della città, sia sulla realizzazione di un progetto, denominato Streetballers, che ha sperimentato, attraverso lo sport, il rapporto tra la spontaneità del piacere e le ortodossie del dovere.

Entrambi i progetti hanno avuto l’esito auspicato. Le riflessioni sulla città hanno aperto una breccia sulla necessità – ora più che mai evidente – di guardare Milano in maniera nuova. La squadra Streetballers – composta da ragazzi selezionati nei playground milanesi – ha incredibilmente vinto il campionato FIP a cui partecipava per la prima volta, inverando la supremazia di un approccio votato alla spontaneità, al piacere, all’allegria e alla spettacolarità del gesto. Ora, a questi due progetti si aggiunge un lavoro sul calcio che – dopo diciotto mesi dalla mia uscita da Brera Holdings – sentivo come necessario soprattutto sul piano culturale e spirituale.

“Il calcio è cultura” è la denominazione di questo terzo filone progettuale che racchiude diverse iniziative, dal master accademico sul management calcistico che dirigo alla LIUC, alla squadra Concept FC che funge da veicolo e strumento per una riflessione ampia sul rapporto tra calcio e cultura ed, infine, Arzenta Football Club, un progetto innovativo, gestito da ragazzi giovanissimi, che si realizza ad Argenta, la città di origine della mia famiglia.

Queste tre linee di lavoro impegneranno me e i miei collaboratori per dodici mesi. Mi pare contengano semi fertili. Tra un anno ne valuteremo gli esiti. Dal mio punto di vista, fare significa innovare. Il mio auspicio è tracciare vie su cui – mi auguro – altri possano camminare più e meglio di chi le ha aperte

AA